Perchè si esegue l‘esame olfattivo
L'esame olfattivo serve per scoprire e decifrare tutto ciò che costituisce il bagaglio odoroso del vino, ricco di decine di sentori diversi, variegati e che spaziano tra i profumi di tutto quello che ci circonda in natura. Questa fase dell'analisi sensoriale è indispensabile innanzitutto per verificare che non siano presenti difetti (odori e sapori di tappo, muffa, legno, feccia, svanito, anidride solforosa o altri), attribuibili a modificazioni negative dell'odore dovute, solitamente, ad agenti esterni al vino, ma soprattutto, per verificarne le caratteristiche di tipicità che, nel loro insieme costituiscono il profumo del vino.
Le caratteristiche del vitigno, le diverse fasi della vinificazione e lo stesso invecchiamento contribuiscono ad apportare numerosissimi composti odorosi (200-220), appartenenti a diversi gruppi di sostanze chimiche. Questi composti, che possiedono tutti una loro ben determinata struttura e nomenclatura chimica, danno origine ad una serie svariata di sentori che il degustatore dovrà essere in grado di riconoscere e decifrare, non in base al loro nome chimico, ma attraverso la corrispondenza, l'identificazione e il ricordo di aromi di frutti, fiori, di spezie e di tutte le altre profumazioni che comunemente si riscontrano in natura. Questa traduzione viene fatta per rendere facilmente comprensibile una terminologia che, se usasse la nomenclatura chimica, risulterebbe estremamente complessa e anche perchè è molto più gradevole usare espressioni e vocaboli piacevoli, legati al mondo della natura e a tutti familiari, particolarmente indicati per descrivere una bevanda che spesso ci accompagna nei momenti più felici della nostra vita. A conferma di quanto appena affermato, definire un vino bianco giovane 'floreale con sentore di biancospino' è sicuramente più apprezzabile che non utilizzare il termine aldeide anisica anche se questa è la sostanza chimica responsabile di tale profumo.
L'esame olfattivo serve per scoprire e decifrare tutto ciò che costituisce il bagaglio odoroso del vino, ricco di decine di sentori diversi, variegati e che spaziano tra i profumi di tutto quello che ci circonda in natura. Questa fase dell'analisi sensoriale è indispensabile innanzitutto per verificare che non siano presenti difetti (odori e sapori di tappo, muffa, legno, feccia, svanito, anidride solforosa o altri), attribuibili a modificazioni negative dell'odore dovute, solitamente, ad agenti esterni al vino, ma soprattutto, per verificarne le caratteristiche di tipicità che, nel loro insieme costituiscono il profumo del vino.
Le caratteristiche del vitigno, le diverse fasi della vinificazione e lo stesso invecchiamento contribuiscono ad apportare numerosissimi composti odorosi (200-220), appartenenti a diversi gruppi di sostanze chimiche. Questi composti, che possiedono tutti una loro ben determinata struttura e nomenclatura chimica, danno origine ad una serie svariata di sentori che il degustatore dovrà essere in grado di riconoscere e decifrare, non in base al loro nome chimico, ma attraverso la corrispondenza, l'identificazione e il ricordo di aromi di frutti, fiori, di spezie e di tutte le altre profumazioni che comunemente si riscontrano in natura. Questa traduzione viene fatta per rendere facilmente comprensibile una terminologia che, se usasse la nomenclatura chimica, risulterebbe estremamente complessa e anche perchè è molto più gradevole usare espressioni e vocaboli piacevoli, legati al mondo della natura e a tutti familiari, particolarmente indicati per descrivere una bevanda che spesso ci accompagna nei momenti più felici della nostra vita. A conferma di quanto appena affermato, definire un vino bianco giovane 'floreale con sentore di biancospino' è sicuramente più apprezzabile che non utilizzare il termine aldeide anisica anche se questa è la sostanza chimica responsabile di tale profumo.
